giovedì 17 marzo 2016

Un nuovo percorso...

La vita ci porta sempre ad affrontare nuove sfide, il famoso "oro che si purifica col fuoco" e che può luccicare di più solo quando esce vittorioso dalla sua lotta. Incontriamo persone che in qualche modo vivono la nostra vita e noi le loro, diventando per noi mezzi di trasporto, mezzi di comunicazione. Trasportiamo emozioni e parole, sentimenti e sguardi che si perdono a volte, ma altre si mescolano per produrre profonde sensazioni.
Ecco, io ho vissuto molti anni in questo modo e continuo ancora a viverli. Attraverso gli sguardi delle persone che conosco, dalle loro strette di mano, dai loro sorrisi, riesco a vivere quei sentimenti che porto gelosamente nel cuore. Ciascuno mi dona una piccola parte preziosa per me, come io dono una parte piccola ma importante di me stesso. In questo gioco di scambio, ognuno alla fine porta in sé il ricordo e la gioia di aver migliorato e ampliato la propria anima e il proprio cuore. Adesso si apre davanti un nuovo cammino, da percorrere con semplicità e a testa alta, sempre e comunque. Non dimenticando mai il senso delle persone e delle anime che ho incrociato. So che ci saranno tempeste e schiarite, pioggia e sereno, nuvole e sole, ma il cammino è fatto di questo, di novità e di aperture, all'infinito.
Il mio cammino finisce ma ricomincia, inizia dal termine del precedente e continua la mia piccola e semplice anima a respirare dell'emozione che, chiunque incontrerò sul nuovo percorso, mi vorrà donare...

Sempre avanti, mi hanno detto spesso, sempre avanti col sorriso ben aperto e col cuore in ascolto!

venerdì 26 febbraio 2016

E gli tenevo la mano

Chissà cosa c'è dopo la morte. Nessuno lo sa. Chi se n'è andato non può dircelo, non possiamo saperlo. Io spero ci sia qualcosa di meglio, serenità, un contesto di privilegi per tutti, niente guerre o dispute. Mi piace immaginarlo così. Mio padre se n'è andato, anche lui me lo immagino sereno e felice da qualche parte, fluttuante e sorridente come non lo è mai stato. Ha sofferto molto, troppo e quello che ha lasciato nonostante la sua decennale malattia è silenzio. Dentro il cuore di chi vuole bene gli altri resta solo silenzio, quando li perdiamo, dolore e silenzio che non si può descrivere.
Mentre a letto soffriva io ero lì e gli tenevo la mano, non potevo fare altro. Gli accarezzavo il volto e gli tenevo la mano come a trasformare i ruoli di padre in figlio e viceversa. Questa è l'atrocità della vita, del nostro assurdo destino. Ripenso al suo atteggiamento, dolore, agonia, lamenti, i suoi movimenti molto simili ad un feto, la sua posizione scolpita nella mia mente. Forse il mistero è lì, morire per rinascere, ricrescere, rivivere in qualche modo. Il suo fiato, sì, ricordo anche il suo fiato, come tantissimi anni fa, come fosse tornato bambino e il profumo del suo alito si fosse trasformato in quello del nuovo bambino che sarebbe nato.
Lo spero, sì, io spero che da qualche parte abbia potuto gioire e rinascere, sorridere e vivere, respirare.
Il resto è ancora silenzio che porto gelosamente dentro di me e che in qualche modo condivido con lui...