martedì 9 maggio 2017

Destatevi!

Ti è mai capitato di criticare qualcuno per come si veste o per la pettinatura, per il colore delle scarpe piuttosto che per il suo atteggiamento? Magari a distanza di anni, se ti fermi un attimo a pensarci, ti ritrovi con le stesse scarpe addosso o con quella stessa pettinatura... un caso?
Ora destati, non puoi restare per sempre a dormire, non puoi sognare che tutto vada bene mentre va a rotoli. Sei esattamente dove vorresti essere oppure qualcuno ti ci ha portato lentamente?
La cosa che forse hai sottovalutato è che qualcuno ti sta accompagnando per mano alla tua disfatta, lenta e inconsapevole, manovrato gentilmente da chi è più forte e intelligente.

Vuoi che ti faccia un esempio "banale"? La sera, davanti alla tv, aspetti un film e, subito dopo aver letto i titoli di testa o semplicemente il titolo del film, ecco che compare la pubblicità, 45 secondi o poco più scanditi in quel preciso momento. Cambi canale? Rinunci al film? Attendi semplicemente?
Sono tutte possibilità che, solitamente, si concludono con l'attesa, del resto stavi aspettando proprio quel film...ma, ti faccio un altro esempio...a che ora inizia il film? Una volta verso le 20.30, col tempo alle 20.45 e poi 21.00, eppure adesso siamo arrivati alle 21.30, credi che sia tutto casuale? Le nostre abitudini stanno cambiando nel tempo, lentamente e qualcuno si prende la briga di farcele cambiare. Ci rigirano la frittata dicendoci che è per il nostro bene, ma allo stesso tempo qualcuno ha veramente deciso di farci prendere una piega del tutto inaspettata per noi.

Crediamo di conoscerci ma non ci conosciamo abbastanza e ci limitiamo a fare quel che ci viene detto, compreso il forsennato uso dei cellulari e della tecnologia, tralasciando la comunicazione e l'aggregazione con gli altri essere simili. Non è un caso, è semplicemente una manipolazione.
Puoi riflettere, puoi ancora fare qualcosa. Semplicemente pensa. Se ci riesci, ogni tanto, spegni il cellulare, tanto non chiamerà nessuno e nessuno ti manderà un messaggio così importante. Spegni il cellulare e accendi la mente, guardati intorno, rifletti sulla tua vita, su come e cosa vuoi essere.
Non lasciare che gli altri ti modifichino, ma sii artefice di te stesso.

Sarebbe bello un mondo in cui tutte le regole che ci hanno dato venissero meno, poter vivere liberi senza legami, senza inutili distrazioni, poter condividere i sentimenti liberamente senza i soprusi di una società malsana.

Ora, destati! Apri gli occhi. Puoi ancora vincere la paura, puoi liberarti dalle catene, puoi ancora creare un mondo in cui qualcuno ti ama davvero, piuttosto che inviarti un messaggio su Facebook o condividere un video o farneticare assurdità sul mondo.

Destati...

giovedì 17 marzo 2016

Un nuovo percorso...

La vita ci porta sempre ad affrontare nuove sfide, il famoso "oro che si purifica col fuoco" e che può luccicare di più solo quando esce vittorioso dalla sua lotta. Incontriamo persone che in qualche modo vivono la nostra vita e noi le loro, diventando per noi mezzi di trasporto, mezzi di comunicazione. Trasportiamo emozioni e parole, sentimenti e sguardi che si perdono a volte, ma altre si mescolano per produrre profonde sensazioni.
Ecco, io ho vissuto molti anni in questo modo e continuo ancora a viverli. Attraverso gli sguardi delle persone che conosco, dalle loro strette di mano, dai loro sorrisi, riesco a vivere quei sentimenti che porto gelosamente nel cuore. Ciascuno mi dona una piccola parte preziosa per me, come io dono una parte piccola ma importante di me stesso. In questo gioco di scambio, ognuno alla fine porta in sé il ricordo e la gioia di aver migliorato e ampliato la propria anima e il proprio cuore. Adesso si apre davanti un nuovo cammino, da percorrere con semplicità e a testa alta, sempre e comunque. Non dimenticando mai il senso delle persone e delle anime che ho incrociato. So che ci saranno tempeste e schiarite, pioggia e sereno, nuvole e sole, ma il cammino è fatto di questo, di novità e di aperture, all'infinito.
Il mio cammino finisce ma ricomincia, inizia dal termine del precedente e continua la mia piccola e semplice anima a respirare dell'emozione che, chiunque incontrerò sul nuovo percorso, mi vorrà donare...

Sempre avanti, mi hanno detto spesso, sempre avanti col sorriso ben aperto e col cuore in ascolto!

venerdì 26 febbraio 2016

E gli tenevo la mano

Chissà cosa c'è dopo la morte. Nessuno lo sa. Chi se n'è andato non può dircelo, non possiamo saperlo. Io spero ci sia qualcosa di meglio, serenità, un contesto di privilegi per tutti, niente guerre o dispute. Mi piace immaginarlo così. Mio padre se n'è andato, anche lui me lo immagino sereno e felice da qualche parte, fluttuante e sorridente come non lo è mai stato. Ha sofferto molto, troppo e quello che ha lasciato nonostante la sua decennale malattia è silenzio. Dentro il cuore di chi vuole bene gli altri resta solo silenzio, quando li perdiamo, dolore e silenzio che non si può descrivere.
Mentre a letto soffriva io ero lì e gli tenevo la mano, non potevo fare altro. Gli accarezzavo il volto e gli tenevo la mano come a trasformare i ruoli di padre in figlio e viceversa. Questa è l'atrocità della vita, del nostro assurdo destino. Ripenso al suo atteggiamento, dolore, agonia, lamenti, i suoi movimenti molto simili ad un feto, la sua posizione scolpita nella mia mente. Forse il mistero è lì, morire per rinascere, ricrescere, rivivere in qualche modo. Il suo fiato, sì, ricordo anche il suo fiato, come tantissimi anni fa, come fosse tornato bambino e il profumo del suo alito si fosse trasformato in quello del nuovo bambino che sarebbe nato.
Lo spero, sì, io spero che da qualche parte abbia potuto gioire e rinascere, sorridere e vivere, respirare.
Il resto è ancora silenzio che porto gelosamente dentro di me e che in qualche modo condivido con lui...

giovedì 13 agosto 2015

 E poi mi fermo a pensare...
Ormai lo faccio praticamente da sempre, non riesco a smettere, dovrei pentirmene.
Continuo a cercare un senso all'esistenza, la mia soprattutto. Non trovo risposte.
Mi sento come un detrito su un fiume, che mi lascia scorrere via, lentamente.
La vita mi sorride, non sono triste, non infelice, al contrario, vivo e sorrido.
Eppure rimane sempre quel pensiero, quel senso incompreso delle cose e del mondo.
Da dove vengo, dove vado, immaginando che dopo ci siano solo un'immensità di cose,
di parole, di pensieri, piuttosto che il solito inesorabile silenzio.
Scorro le pagine delle mail, di facebook, spesso senza sorriso, come se le miriadi di
notizie fossero lì solo per assillare chi legge. Miriadi di cazzate, parole e parole buttate giù con una certa presunzione, seguite solo da altrettanti presuntuosi silenzi e dalla stupidità.
L'arte, quella vera, si sta perdendo. Una volta pensavo di farne parte, ora comprendo che l'arte è qualcosa di inarrivabile ed io non sono abbastanza artista per farne parte. Faccio altro, mi dedico ad altro. Ho letto diversi libri ultimamente e mi sono chiesto come mai anche io scrivo...non si va da nessuna parte ad esprimere bene un concetto, vendono gli stolti, quelli che hanno le strade spianate. La musica? Mi chiedo dove sia finita e anche i miei pensieri, che fatico sempre più ad esprimere, si stanno perdendo perché non hanno un senso finale. La freddezza si sta spargendo altrettanto rapidamente quanto la tecnologia, i cellulari, i messaggi...ma se poi hai un cellulare e non mandi messaggi a nessuno?! Non so dove possiamo arrivare, chiudendo la comunicazione, in contatto con tutti ma profondamente soli con noi stessi. Un libro aperto, per chi legge, uno chiuso per chi ovviamente non vuole leggere. Non c'è bisogno di cercare tra le righe, ormai ho imparato a rispondere alle domande, apertamente e senza timore. La reazione alla risposta, quella non la conosco, ma almeno avrò avuto la possibilità di essere me stesso. La cattiveria sta prendendo piede e conquisterà presto il mondo. Tutti quelli "buoni", al momento e nel futuro prossimo, sono destinati a perire. Spero non faccia male, spero di salvarmi in qualche modo...

mercoledì 10 giugno 2015

Se mi fermo

E' in discutibile il fatto che il mondo ruoti e con lui corra tutta la popolazione. In un modo o in un altro, in una direzione o l'altra, tutti vanno avanti in modo frenetico. Mi sono chiesto più volte perché ma non sono riuscito mai a darmi una risposta. Cresciamo e in qualche modo dobbiamo raggiungere delle finalità che ci imponiamo ogni giorno.
Eppure a volte io resto in ascolto. Penso.
Se mi fermo mi ritrovo ad osservare un mondo frenetico che corre, corre e corre non si sa bene per quale motivo. Corre per superare gli altri e sé stesso. Corre per scavalcare i livelli e raggiungere la vetta, corre per sentirsi in qualche modo appagato dalla propria potenza e realizzazione.
Non solo ho ricevuto molteplici volte delle porte sbattute in faccia, ma ho preso coscienza del fatto che a volte non ce la faccio, non riesco, semplicemente non ci sono riuscito. In molte cose mi sono lasciato andare, arreso, deluso. Ma grazie a questo, ho potuto conoscere altre sfumature del mondo, altre persone, altri pensieri che prima non mi sfioravano lontanamente.
Il mondo sfreccia ed io, a volte, mi lascio spettinare dal suo rapido passaggio.
Altre volte tento di correre anche io, sorridendo per l'assurdità di certe sfide, di quei momenti che tutti desiderano la stessa cosa, il potere, l'arrivo, quando sarebbe più che sufficiente fermarsi e godersi il panorama.
Siamo come involucri da riempire e non siamo mai abbastanza pieni, di esperienze, di sentimenti, di cultura e di emozioni. A volte mi sento pronto a chiudere la scatola, come se non volessi più continuare a correre e mettere dentro qualsiasi cosa mi capiti sul cammino. Pazzia? Forse.
Riflessione, sicuramente. Riflettere per vivere meglio e per accontentarsi di quel che si ha e dove si è.
La solita equazione: se c'è chi sta peggio di me, allora io sono fortunato.
Non tutti la pensano così, anzi, credo proprio che i principi fondamentali dello sviluppo mondiale siano di idea differente. Non credo di essere l'unico a fermarmi, il solo in un angolo ad osservare tutto. Non giudicatemi se sono diverso, in un mondo dove sembra ci si debba conformare per forza.
Sono solo un piccolo pensiero, piccolo e delicato, in disparte, che ha solo voglia di restare in silenzio!

giovedì 31 luglio 2014

Anime Innamorate

Untitled

“Non è mai semplice scrivere su un foglio di carta bianco”, è una frase alla quale penso spesso. L’ha pronunciata mio fratello, una volta, quando ha letto uno dei miei libri. Forse avrebbe voluto congratularsi, ma non trovando le parole, probabilmente voleva incoraggiarmi a non smettere di scrivere. Ho continuato infatti.

Anime Innamorate narra una storia d’amore, due anime che si inseguono nel tempo. Il libro è diviso in tre capitoli.

Il primo si svolge nel 496 in Scozia, l’età del ferro nel medioevo con il popolo dei Pitti, guerrieri e sadici, alla conquista del territorio. In questo scenario di guerra si incontreranno, per la prima volta, i due innamorati. Lotteranno per un destino avverso e si spingeranno oltre la morte per riunirsi.

Il secondo capitolo, ambientato in Francia, soprattutto al palazzo di Versailles nel 1770, sotto il dominio della regina Maria Antonietta, svelando intrighi e continui colpi di scena che alimenteranno la storia delle due anime, sempre più vicine. Combatteranno ancora una volta per raggiungere la loro unione.

Il terzo capitolo si svolge a Verona ai nostri giorni. Lo scenario è ovviamente più attuale ma ricco di sorprese che renderanno la storia sempre molto intrigante e ricca di riferimenti ai capitoli precedenti.

Potete leggere l’anteprima a questo indirizzo: anteprima.

lunedì 2 settembre 2013

Un tema “scottante”

Il mio nuovo libro, uscito da pochissimo MFSG, tratta un tema scottante, almeno così credo e non solo io. Purtroppo nonostante la tecnologia, l’avanguardia in moltissimi campi, rimaniamo molto statici su alcuni temi difficili, dall’omosessualità alla violenza sulle donne, dalla lotta per i diritti fino alla terribile costruzione di nuove armi per la guerra. Moralismi? No. Semplicemente una riflessione su uno dei temi più controversi dei nostri tempi, uno di quelli sui quali ancora ci sono troppe idee discordanti. L’omosessualità in questo libro viene affrontata proprio nel momento in cui il protagonista tenta di dichiararsi alla madre, la quale è sempre sfuggente e non vuole ascoltare. E’ un libro ironico, anche se mette in risalto anche momenti drammatici, ma non dimentica l’ironia nell’affrontare un tema che tutti o quasi conoscono ma che spesso ignorano. Molti si chiedono come dire certe cose ai propri genitori, non vorrei certo prendermi i meriti per l’idea, peccherei di presunzione, ma potrebbe semplicemente bastare un libro da far leggere, ai genitori per capire, ai nostri figli affinché si rendano conto che il mondo cambia e non è necessario che tentino il suicidio per una cosa del genere. Dovrebbero solo riflettere e aprirsi senza paura. La reazione iniziale non è mai giusta, buona e ci si potrebbe sentire soli, ma col tempo la gente, la famiglia può amare i propri figli ascoltandoli in quanto tali, a prescindere dai loro gusti sessuali, ambientali, culturali. Un racconto intenso, accompagnato da una colonna sonora pensata, vissuta, fino all’esplosione finale.