lunedì 11 aprile 2011

Don't let the moment pass...

Vorrei tanto non lasciar passare ogni singolo momento.
Vorrei trattenerlo fra le mani e senza dire niente, gioirne.
Vorrei assaporare un profumo, cogliere un fiore e osservarne il colore intenso.
Vorrei, fortemente saprei trattenere l'emozione forse dentro di me.
Alla fine poi, vorrei profondamente svanire al posto di quella sensazione.

Ascoltando le note di una delle più belle canzoni di Alan Parson, mi ritrovo a percepire le sensazioni di quando l'ho scoperta. E' come se la mia mente avesse registrato la melodia, le parole, i profumi del luogo in cui l'ho sentita per la prima volta. Tutto è rimasto immutato ed è strano ogni volta rivivere tutto questo. La mente è improbabilmente una macchina funzionante.
Ci tira brutti colpi, ci fa certi scherzi che non immagineremmo mai. Eppure accade...

Inutile pensare troppo. Non serve. Agire? Peggio. Forse ci vuole solo un angolino in cui andare a piangere ed ogni tanto risalire giusto per respirare o prendere un piccolo sorso di fiato. Penso non serva nemmeno più questo. I periodi sono più o meno come le strade: vanno affrontati e si superano in un modo o in un altro. E' divertente, drasticamente divertente, pensare che tutto questo è crudele. Hai un bisogno assurdo di parlare con qualcuno e non c'è nessuno che sta a sentirti. In mezzo ad un mare di gente, tutti parlano, dicono una serie di cazzate, e non ascoltano...l'unico agonizzante della storia che grida aiuto e che nessuno ascolta.
Accade certo. Non era il momento giusto, credo, ma accade.

Come in un lungo rimbalzo, cado e poi rimbombo. Intontito dal colpo e dalla caduta sicuramente cerco di farmi forza e riprendere il cammino. Vado avanti nella totale indifferenza. Gioco un pò con la mia mente che puntualmente mi manda a fare in culo. Ci gioco ancora, mi diverte. Tutta questa intelligenza mi porterà da qualche parte...o no? Preparati Dio, un giorno, proprio quello che hai scelto per me, per il mio radioso viaggio, io verrò da Te a porti una serie di domande alle quali adesso sarebbe davvero assurdo dare una risposta. Senza spiegazione.

Guarda come mi sono ridotto: scrivo su un diario dove tutti possono leggere, dove nessuno vuole dire niente, dove tutti fingono di poter fare qualcosa che non vogliono davvero. Ed io? Io sto cercando...risposte? No, quelle me le darai Tu. Cerco qualcosa che non so cosa sia, ma cerco. Almeno è un modo per tenere impegnata questa testa di cacchio che non vuole fermarsi!
Potrei scrivere fiumi di email...ma fino a questo momento nessuno ha mai risposto, non in tempo, reale o meno, non c'è nessuno. Strano, a volte basta così poco, davvero così poco da non sentire nessuno. Nessuno che creda una email capace di cambiarti umore o la vita nell'immediato futuro.
Deduco che sono noioso, patetico, isterico, triste e timido, illuso e solitario. Ma se riuscirò a fare il punto di forza della mia solitudine, sono sicuro e presuntuosamente certo che non avrò più la possibilità di aprirmi con nessuno.

Farò bene?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 

Non permettere che questo momento passi così e che la tristezza prenda il sopravvento sul mio cuore. Ma allo stesso tempo, non permettere che questo momento venga sciupato dai miei soliti ideali, dall'ipotesi di un futuro migliore quando non sarà così; un modo per esorcizzare questa rabbia deve esserci.
Indicami la strada, ovunque, comunque, io la seguirò perché nonostante i tentativi, rimango sempre il solito piccolo essere umano buono.

Notte.

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